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Il caso WhatsApp e la privacy degli utenti a rischio

Di recente sembra che su WhatsApp si sia abbattuto un potente tsunami! Migliaia di utenti si sono precipitati a cancellare l’applicazione di messaggistica dal proprio dispositivo per tutelare la propria riservatezza.

Anche il Garante della Privacy ha manifestato le sue preoccupazioni e per correre ai ripari la stessa WhatsApp ha preferito rimandare a maggio 2021 l’aggiornamento dei termini di servizio. Ma cos’è accaduto davvero? Esiste davvero un rischio per la riservatezza degli utenti WhatsApp? Cerchiamo di capirlo e andare a fondo in questa storia.

Perché l’informativa privacy di WhatsApp preoccupa gli utenti

Per gli utenti leggere i termini di servizio di un’applicazione è come leggere il bugiardino di un medicinale. Sai già in partenza che non troverai notizie ottimistiche e conoscere gli effetti collaterali non è mai molto piacevole. Anche l’uso di un’app di messaggistica ha i suoi effetti collaterali, che molto spesso riguardano la privacy e il trattamento dei dati personali.

Quando è stato annunciato l’aggiornamento sui termini di servizio di WhatsApp si è alzato un grande polverone e anche il Garante della Privacy ha annunciato che interverrà con urgenza per difendere la riservatezza degli utenti.

Ma cosa c’è scritto di così grave nei termini di servizio per provocare questa reazione? Tutto nasce dal forte legame che c’è (e ci sarà ancora di più) tra WhatsApp e Facebook. Per capire a fondo la faccenda, dobbiamo quindi fare un passo indietro, fino al 2014.

WhatsApp è entrata a far parte dell’ecosistema Facebook già nel 2014, quando il colosso capitanato da Mark Zuckemberg lo ha acquistato per la modica cifra di 19 miliardi di dollari. I vertici di Facebook non hanno mai nascosto la loro intenzione di rendere sempre più integrate le varie realtà di questo ecosistema, ma hanno adottato un approccio graduale, per rendere questo cambiamento più digeribile.

Questi tentativi di gradualità non sono stati però sufficienti a placare le resistenze degli utenti. Dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, la fiducia nelle modalità di utilizzo dei dati da parte di Facebook è ai minimi storici. Gli utilizzatori di WhatsApp hanno quindi tutta l’intenzione di difendere il proprio diritto alla riservatezza col coltello tra i denti.

Si tratta di paure giustificate oppure siamo solo prevenuti nei confronti delle politiche di Facebook? Per scoprirlo, vediamo insieme in cosa consistono questi aggiornamenti sulla privacy di WhatsApp.

Cosa dice l’informativa sulla privacy di WhatsApp 2021

La cosa più importante da sapere è che i messaggi privati scambiati con amici e familiari non sono a rischio. Si tratta di messaggi protetti dalla crittografia end-to end e non vengono letti da WhatsApp o Facebook. Anche le chiamate sono al sicuro e protette, quindi nessuno all’infuori degli interlocutori può ascoltarle.

Allo stesso modo non c’è nulla da temere a proposito dell’uso dei gruppi WhatsApp, della riservatezza dei contatti presenti in rubrica e neppure della posizione dell’utente, che resta privata.

I cambiamenti riguardano i dati scambiati con gli utenti business. Questi utenti possono infatti utilizzare i servizi di Facebook per gestire la chat. Gli utenti residenti nell’Unione Europea sono inoltre soggetti a condizioni differenti da quelli extraeuropei. Le differenze riguardano sia l’accesso all’app, che nell’EU è possibile a partire dai 16 anni, sia le attività di condivisione di dati.

Nell’informativa è presente anche un’importante precisazione. Quando i dati vengono condivisi da WhatsApp con aziende esterne, queste ultime non possono utilizzarli per finalità proprie.

Esattamente di quali dati stiamo parlando? E che tipo di trattamento sarà possibile? La verità è che resta tutto poco chiaro ed è per questo che è intervenuto il Garante della Privacy, che ha chiesto con urgenza più chiarezza e la possibilità per gli utenti di esprimere una volontà davvero libera e consapevole sul trattamento dei dati.

Per il momento WhatsApp si è solo limitata a spostare al 15 maggio 2021 l’introduzione delle modifiche e non ha ancora offerto nessuna precisazione. Restiamo quindi a vedere cosa accadrà, anche se i concorrenti Telegram e Signal si sono subito mostrate pronte ad approfittare della situazione per acquisire i clienti in fuga da WhatsApp.